lunedì 14 settembre 2015

Il gioco dell'uva, parte I

Ognuno a casa sua, si diceva una volta. Era questo il gioco. Forse era stato inventato dai genitori per annunciare in modo simpatico che i giochi erano finiti e che gli amichetti ospiti sarebbero dovuti tornare all'ovile :)
Oggi invece è l'uva che gioca ad avere un ruolo importante per ogni singolo componente di cui è fatta ed è oggetto di un numero impressionante di studi e controstudi volti a confermare, smentire o reiterare questa o quella proprietà. In antichità era solo il succo d'uva che con un'alchimia sfruttata abbondantemente ancora oggi, diventava mosto e infine vino. Poi furono scoperte le proprietà della buccia e il conseguente e dibattutissimo resveratrolo.
D'altra parte siamo in settembre inoltrato e in tutte le campagne pare sia in atto una vendemmia da record: si parla di qualcosa come 47 milioni di ettolitri di vino. Uno dei pochi benefici di un'estate sahariana come quella che è appena finita... o almeno si spera che sia finita davvero :)
Insomma, l'Italia sta letteralmente affogando nel vino e se la stagione bollente può sembrare anche un precursore della bontà dell'uva, ancora non ci si sbilancia sulla qualità del futuro vino targato 2015. Il terreno, il microclima e tanti altri fattori ne fanno un'esperienza diversa per ogni zona vinifica.
Ad esempio i vitigni del famoso Lacryma Christi che producono un'uva dalle mille sfumature di sapore unica in Italia e nel mondo, crescono esclusivamente alle pendici di una delle bombe a orologeria più pericolose al mondo: il Vesuvio.
I terreni vulcanici sono una manna dal cielo per la vite essendo ricchissimi dei minerali più vari. La medicina popolare di una volta distingue addirittura tra terreni alle pendici di vulcani esplosivi (come il Vesuvio) che espellono lava più acida, ricca in silice, e terreni posizionati alla base di vulcani più "tranquilli", chiamati effusivi (come il Kilauea nelle Hawaii) che eruttano materiale basaltico e fluido senza interferenze acide. Pare che l'uva cresciuta sotto i vulcani come il Vesuvio sia più astringente rispetto a quella cresciuta all'ombra di vulcani come il Kilauea che risulta essere invece più diuretica e tonica.
Ma procediamo con ordine.


La pianta della vite comprende un'infinità di specie diffuse nelle zone a clima temperato o subtropicale. L'Italia ne è una produttrice perfetta. Le foglie sono diuretiche e astringenti, da sempre utilizzate contro le emorragie, le diarree e la gotta. Inoltre un cataplasma (impacco) di foglie tritate si dice faccia sparire il mal di testa.
In primavera se incidiamo il fusto della pianta sgorgherà una linfa utilizzata dalla medicina popolare per le malattie cutanee e oftalmiche; ancora oggi l'estratto viene impiegato nella preparazione di un collirio.
Addirittura pare che le ceneri dei rami, passate al setaccio e bollite nel vino bianco, venissero impiegate per guarire l'erisipela, un'infezione acuta della pelle causata dallo streptococco che portava febbre altissima e molto spesso causava la morte. Questo vino alla fine conteneva i sali minerali assorbiti dalla pianta, tra cui sali di potassio, di sodio e di calcio. Vi si immergevano delle pezzuole di tela e si detergevano le parti colpite dalla malattia. Quanlche medico lo prescriveva anche a bicchierini (dolcificato con miele) per edemi, herpes e anche per la renella, la sabbiolina dei reni parente dei calcoli ma molto più piccola e gestibile.

Una varietà ha avuto più fortuna delle altre ed è salita alla ribalta per una concentrazione maggiore di principi attivi: la vite rossa.
E' utilizzata nelle turbe della circolazione venosa in generale, cioè quella che fa tornare il sangue dalle periferie al cuore e che trasporta sia nutrienti che scarti (metaboliti e cataboliti).
Le indicazioni principali sono per gambe affaticate, gonfie, sensazione di pesantezza ed emorroidi.
Tuttavia durante l'assunzione ci sono stati casi di disturbi digestivi, nausea e vertigini o ancora una forma di orticaria. Vedremo perché.

I frutti della vite invece non hanno bisogno di presentazione.
Lo scrittore e umanista francese François Rabelais definì l'uva "una carne celeste, buona da mangiare con la focaccia fresca".
Non solo è un ottimo dessert ma anche un alimento ricco e un rimedio rinfrescante, diuretico e lassativo. Molto energica grazie agli zuccheri, facilmente digeribile grazie agli acidi e ricca di vitamine e sali minerali, l'uva è uno dei frutti più raccomandati da tutti gli specialisti della salute, tradizionali e non.


Cominciamo dall'uva acerba, quella di luglio per intenderci, che contiene un succo acido e astringente utilizzato già dai tempi di Plinio come medicamento e anche in cucina. Non buona da piluccare come dessert, ma ricca di clorofilla, tannino, glucosio, acido tartarico e sali di calcio. Lo impiegavano per le febbri biliari, nelle infiammazioni intestinali con diarrea e anche per impacchi sulle contusioni e sulle piaghe.
Questo succo verde acre, chiamato Agresto, era usato molto nell'antica Roma ma anche in seguito, nel Medioevo. Pare che una volta privileggiassero i sapori acidi a tavola :)
Il succo acerbo dell'uva veniva spremuto e lasciato fermentare al sole per qualche giorno, oppure bollito fino a ridurlo ad 1/3 del suo volume iniziale. Aveva una consistenza densa e lo si usava per insaporire le pietanze o nel brodo. Ancora oggi rientra nella composizione di alcune senapi. Diluito in acqua è un'ottima bevanda rinfrescante.
Le filandaie di una volta solevano stropicciarsi le mani con queste uve acerbe per alleviare il dolore delle ragadi prodotte dall'acqua bollente.

La cura dell'uva matura è da sempre utilizzata per la costipazione, l'artrite, i reumatismi, malattie della pelle, dell'apparato urinario e del fegato. Inoltre ha ottenuto successi con l'ipertensione, l'arteriosclerosi e anche in casi di autointossicazione.
L'uva contiene anche molti acidi organici e minerali e molta acqua. Gli acidi organici formano nello stomaco i famosi carbonati alcalini con dei benefici incredibili che abbiamo già abbondantemente trattato in "Essere basici come un limone II".

Se ne ricava una bevanda gradita anche quando lo stomaco non sopporta e non digerisce nulla.
Si schiacciano gli acini di un grappolo di uva al passaverdura, si diluisce il succo ottenuto con il 50% di acqua e si beve a piccoli sorsi in più volte, per far assorbire in fretta i suoi elementi nutritivi senza dilatare lo stomaco. Si può anche piluccare qualche acino in attesa che lo stomaco sia in grado di ingerire altro e rifornire così l'organismo di acqua e zuccheri facilmente assimilabili e preziosi in quel momento. Rinfresca e dà un senso di benessere.
In medicina popolare schiacciavano la polpa dell'uva ben matura e la mescolavano con un po' di olio, confezionando così un rudimentale unguento buono, si diceva, per i "foruncoli maligni" e per lenire il dolore da essi provocato.
Mangiata in buona quantità al mattino a digiuno e con tutta la buccia è in grado di vincere le costipazioni di ventre più ostinate. E' consigliata anche negli eccessi di lavoro mentale o muscolare, per la fatica che deriva da entrambi i casi, nell'anemia, nell'eccessiva magrezza e dopo una polmonite.


E a proposito di polmoni, uno degli usi più antichi e meno conosciuti è l'impiego della cura dell'uva negli stadi iniziali di tubercolosi polmonare. Pare che riesca in breve tempo ad "allontanare" la predisposizione alla malattia modificando il nostro "terreno". Il terreno in naturopatia è praticamente la nostra unicità: i nostri valori del sangue, i vari Ph del nostro corpo, la reattività di ognuno di noi, la nostra temperatura corporea, punti di forza, punti deboli e altro ancora.
In una parola, tutto ciò che contribuisce a creare un quadro unico di ognuno di noi, la nostra "carta di identità" biologica :)
Quindi, se il nostro terreno è debole di polmoni, l'uva riuscirebbe a modificare (temporaneamente e mangiandone un bel po') questa specifica condizione impedendo lo sviluppo di eventuali patologie ai primi stadi legate al nostro organo bersaglio. Infatti sembra sia molto utile anche nei catarri polmonari in generale, senza andare a scomodare la tubercolosi.
Sarà il solito caso che in medicina esoterica i cibi legati all'elemento polmone siano quelli bianchi. E qui si parla di uva bianca, ovviamente :)
Anzi è quasi l'unico caso in cui si preferisce quella bianca, perché come vedremo nel dettaglio, è l'uva nera a conquistare il podio della massima concentrazione di principi attivi.
Sorpresi? Non tanto, forse.
Ne "Le mele insane" avevamo gia parlato delle antocianine che sono dei composti in grado di reagire con gli agenti ossidanti come i radicali liberi tamponando così i danni che queste molecole arrecano a cellule e tessuti. Proteggono, oltre che dall'invecchiamento cellulare, anche i capillari fragili e combattono i processi infiammatori e le modificazioni cancerogene. La loro azione antiaggregante piastrinica aiuta la fluidificazione del sangue e limita di conseguenza la formazione di trombi e coaguli. E sono anche responsabili dell'intensa colorazione rossa o viola scuro dei vegetali che le contengono. Appartengono alla famiglia dei flavonoidi e la buccia dell'uva nera ne è piena molto più di altri frutti.
Un test è stato eseguito somministrando per una settimana a 3 gruppi di persone: 1 bicchiere di succo rispettivamente di uva nera, arancia e pompelmo. I gruppi che hanno bevuto gli ultimi due succhi non hanno avuto modificazioni significative, mentre il gruppo che ha assunto il succo di uva nera ha visto diminuire del 77% la capacità di coagulazione del sangue! E' tantissimo.
Per questo, come per l'aglio della volta scorsa, evitate di assumerne se state già facendo delle cure anticoagulanti oppure una settimana prima di sottoporvi a eventuali operazioni chirurgiche.
Attenzione, il succo d'uva è buono ma non è così innocuo se lo si beve a tonnellate, dato che è molto ricco di zuccheri che possono serenamente trasformarsi in trigliceridi nel sangue. In più, esagerare con uva e uvette potrebbe anche provocare una bella diarrea... una forma un po' estrema di depurazione del corpo :)


Per concludere questa panoramica generale sull'uva è obbligatorio citare l'uva passa che può essere ospitata praticamente in ogni portata di un menù, dall'antipasto al dolce. E' gradita tanto nei mix per la colazione, insieme a cereali, frutta fresca e yogurth quanto nelle famose sarde a beccafico siciliane. E non ci lascia a bocca asciutta neanche in campo medicinale: l'uva passa infatti è un emolliente per le vie respiratorie irritate e calma la tosse.
Non a caso, fa parte dei famosi "quattro frutti pettorali" insieme a datteri, giuggiole e fichi (in parti uguali, 50 gr. in tutto), bolliti in un litro di acqua per mezz'ora.

Avete notato che non ho accennato né al vino né a uno dei componenti più famosi e studiati dell'uva?
Questo famoso resveratrolo sarà davvero utile o è la solita montatura commerciale per stravendere integratori e nuovi farmaci a base di?
E ancora, ricordate la nausea, l'orticaria e le vertigini, ovvero gli eventuali effetti collaterali della vite?
La risposta a tutte queste domande è che non c'è più spazio!!

Inutile indorare la pillola :) ci sarà una parte II.
Dobbiamo ancora esplorare l'altra faccia della medaglia, ovvero la nota dolente dei flavonoidi.
Ci sono molti studi che non sono affatto d'accordo sul miracolo dell'uva ed è interessante conoscerli.
In una panoramica soddisfacente è giusto dare spazio a tutte le correnti di pensiero. Avere a disposizioni più informazioni di campane diverse permette di costruirsi un'opinione personale ben salda e basata su una libera scelta. I professori più saggi all'università consigliano di studiare bene, valutare attentamente e poi di dimenticarsi tutto. Per far uscire meglio la nostra unicità istruita :) e per sviluppare un sano intuito su solide basi.
Qualcuno diceva che senza radici non si vola :)


Un saluto e buona settimana a tutti!




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domenica 6 settembre 2015

Aglio col bene che ti voglio

Continuiamo la saga infernale.
L'ultima volta abbiamo parlato delle "lacrime di Satana", oggi invece esploriamo "l'odore del Diavolo".
Non è uno scherzo.


Molti cultori dello yoga e i Brahmani (i membri della casta sacerdotale indiana) si rifiutano di mangiarlo per via delle sue presunte relazioni con il mondo degli inferi. Anche Maometto non ne consumava: i suoi discepoli credevano addirittura che la sua rettitudine fosse dovuta proprio al fatto che non facesse uso del diabolico tubero.
Ancora oggi in alcune zone dell'India si pensa che i Diavoli siano golosi di aglio e che se in una casa se ne sente l'odore vuol dire che è infestata da demoni.
Ma che male poteva aver mai fatto questo bulbo innocente per guadagnarsi una fama tanto sinistra?
Per rispondere a questa domanda dobbiamo scomodare la "Dottrina delle Signature" che nasce come filosofia spirituale dove Dio (o il Tutto) ha posto un segno nelle piante che ha creato per dare indicazioni circa il loro uso. Una sorta di "firma vegetale" che veniva codificata intuitivamente attraverso il simbolismo e le analogie, quindi se una pianta somiglia a una parte del corpo o a un organo interno, significa che avrà una valida utilità su ciò che le è simile.

Il pomodoro ha quattro camere ed è rosso? Ormai le ricerche passate e in corso dimostrano tutte un'attività benefica del pomodoro su cuore e circolazione. Sono ricchi di licopene, un carotenoide antiossidante che incoraggia la funzione circolatoria, funge da spazzino dei radicali liberi e protegge anche dagli effetti nocivi dei raggi UV.
Dio o il Tutto, chiunque abbia "segnato" questo frutto, ha fatto in modo di farlo maturare in estate, ovvero il momento in cui ci è più utile. Guarda caso.
La noce sembra un'immagine splatter di un cervello con tanto di separazione tra le due metà e persino con i due cervelletti in basso? Oggi non è più un mistero che la noce ha un contenuto molto alto di Omega 3 e 6 (che combattono il colesterolo cattivo) e dei nutrienti che alimentano le cellule nervose e aiutano a sviluppare i neurotrasmettitori per le funzioni cerebrali.

Ce ne sarebbero molti altri che magari vedremo in seguito, quando parleremo di alcuni personaggi che hanno fondato le loro dottrine su questo, ma per ora credo che il concetto sia abbastanza chiaro.
Oggi lo sappiamo scientificamente, ma secoli e secoli fa non c'erano studi al microscopio con tanto di dotte precisazioni su l'una o sull'altra sostanza. Eppure queste cose si sanno da sempre. Parliamo di epoche in cui il sapere intuitivo non era stato soppiantato e messo alla porta dalla scienza, un'ingombrante parente che ormai ha preso il sopravvento invece di camminare a braccetto con le conoscenze antiche.


Comunque, tornando all'aglio, possiamo ora comprendere parte della sua sinistra fama.
Colore smorto, ricurvo, puzzolente e che vive sottoterra. Voi cosa avreste pensato??
La stessa cosa hanno immaginato praticamente tutti i popoli. Senza per questo mai dubitare delle sue virtù. Diciamo che era considerato un cibo per poveri o al massimo per uso medicinale all'occorrenza.
Durante la costruzione della piramide di Cheope, IV Dinastia, furono pagate somme ingenti per l'acquisto di aglio e cipolle destinati a energizzare e nutrire gli schiavi che avrebbero dovuto tirare su materialmente la piramide. Premurosi, vero?
Nella tomba di Tutankhamon sono stati trovati degli spicchi di aglio, probabilmente il defunto avrebbe dovuto utilizzarli per ingraziarsi gli dei degli inferi durante il viaggio nell'oltretomba.

In Cina la leggenda narra che l'Imperatore Giallo (2.500 a.C) si incamminò su una montagna e durante il viaggio alcuni dei suoi accompagnatori mangiarono per errore una pianta velenosa. Per fortuna trovarono e ingerirono delle piantine di aglio e si salvarono la vita.
La sua azione di potente controveleno non è sempre citata nei testi di piante medicinali ma io ne ho avuta testimonianza quasi diretta.
Anni fa un vicino di casa ha raccontato di essere stato assalito da uno sciame di vespe che lo hanno punto ripetutamente in parti diverse. Soffriva anche di asma ma è rimasto calmo come un Buddha e non ha voluto aspettare i soccorsi perché secondo lui non avrebbero fatto in tempo. Battendo sul tempo l'inevitabile reazione allergica che era già in corso, si è fatto portare dalla moglie una testa di aglio intera, si è seduto per terra e sotto gli occhi di tutti ha cominciato certosinamente a sbucciare, masticare e ingoiare ogni singolo spicchio. Dopo profumava come pochi, ma non aveva più nulla. Incredibile ma vero. Meglio non imitarlo, comunque. Come vedremo, tanto aglio non è proprio per tutti.

Nel primo trattato di erbe medicinali, il "De Materia Medica" (78 d.C), Dioscoride scriveva che "rinforza lo stomaco, rimescola il ventre, elimina la ventosità, espelle i parassiti e provoca l'urina".
Paracelso consigliava per la peste una profumata e fragrante mistura di aglio e sterco: eccentrica e pestilenziale, ma pare ottenesse buoni risultati.

In tempi più recenti, durante la I guerra mondiale, i soldati russi portavano l'aglio nei loro zaini per medicare le ferite, cicatrizzarle bene e impedire un'eventuale cancrena.
Negli anni '50, prima della diffusione degli antibiotici, un chimico inglese riuscì a dimostrare che l'aglio sterminava più varietà di batteri rispetto alla pennicillina e oltretutto era attivo anche sulle infezioni fungine. Con ancora un vantaggio in più: l'antibiotico, per far fronte all'infezione, distrugge microbi cattivi e microbi buoni, l'aglio invece sembra dotato di un meccanismo selettivo. Stermina i cattivi e lascia intatti i buoni. Come Dexter :)
Ma l'aglio era tanto e praticamente gratis, quindi ovviamente fu messo da parte in luogo di molecole sintetiche e ben più costose. Per lo stesso motivo bruciamo benzina e non etanolo di canapa, ad esempio. Perchè è a basso impatto ambientale, non costa quasi nulla e perché la canapa è un'infestante che cresce a qualsiasi latitudine. Ottime motivazioni per qualcuno. Meglio farla fuori. Già fatto, grazie.

Negli USA fino agli anni '50, l'aglio in cucina era visto come il peperoncino negli occhi. Ci vollero generazioni di immigrati italiani per invertire la rotta. Addirittura il popolare Braccio di Ferro inizialmente si chiamava Hercules e traeva la sua forza dallo sniffare uno spicchio di aglio. Ma i sondaggi volsero il pollice all'ingiù e mostrarono che i piccoli spettatori non avevano gradito, così Hercules diventò Popeye e lo spicchio d'aglio si trasformò in una lattina di spinaci.


I vampiri di tutte le epoche e culture, tranne Edward Cullen e il governo italiano, scappano a gambe levate davanti a una testa d'aglio. Si dice che questa leggenda nasca dalle proprietà antiparassitarie dell'aglio e i vampiri sono delle zanzare a grandezza uomo, quindi dei parassiti. Non fa una piega.

Questa e le altre proprietà dell'aglio si devono ai suoi composti a base di zolfo...altro elemento che contribuisce a legarlo agli inferi. In realtà, lo zolfo è un potente medicamento che andrebbe usato con accortezza. Un detto popolare indiano recita che "lo zolfo è nel corpo quello che il sole è nell'universo". Analogia potente, efficace e soprattutto esatta. Pensate all'enorme energia del sole e come noi umani possiamo servircene solo a piccole dosi.
Una delle sue molecole solforose più importanti è l'allicina.
Le sue innumerevoli proprietà e potenzialità hanno catapultato il nostro aglio al centro di migliaia di studi. L'effetto più studiato e meglio documentato è la sua capacità di prevenire la formazione di trombi, ovvero dei coaguli di sangue che possono occludere le arterie coronarie e provocare un infarto o giungere al cervello e causare un ictus. Presenta un'azione molto simile all'aspirina, fluidifica il sangue e proprio per questo non andrebbe preso nel corso di una terapia con anticoagulanti. I medici hanno cominciato ad avvisare i loro pazienti di non assumere aspirina o aglio la settimana prima di un intervento chirurgico  per limitare i rischi di un'emorragia.
Ha un moderato effetto anticolesterolo, abbassa la pressione sanguigna e tende a ridurre il tasso di zuccheri nel sangue. Anni fa ne preparai una tintura alcolica per la nonna ipertesa e diabetica. Basta far macerare 20/30 grammi di spicchi di aglio tritati in 100 ml di alcol a 75° per 10 giorni. Agitare spesso e trascorso questo tempo filtrare e imbottigliare possibilmente in vetro scuro con contagocce. Per contrastare l'ipertensione e l'arteriosclerosi se ne prendono dalle 15 alle 30 gocce 3/4 volte al giorno in poca acqua. Ma queste sono dosi indicative e ognuno di noi ha una costituzione diversa e quidi anche una tollerabilità differente. Conosco persone che con 50 gocce di tintura di valeriana non chiudono ancora occhio e altre che con 15 partono immediatamente per lidi onirici.


E' anche un buon antisettico delle vie respiratorie, dello stomaco e del tratto intestinale, infatti è impiegato con successo nelle forme diarroiche e nelle parassitosi.
L'effetto vasodilatatorio spiega anche perché fa colare il naso; i vasi sanguigni dilatati tendono a perdere acqua, perciò l'aglio può liberare il naso in caso di sinusite, ad esempio. I decongestionanti da farmacia agiscono nel modo opposto: sono vasocostrittori e impediscono di "perdere", ma alla lunga possono seccare i seni nasali. Insomma, stappa come il peperoncino!
Il suo leggendario effetto antibiotico e antibatterico è stato confermato di recente dopo una serie di studi senza esclusione di colpi che affermavano uno il contrario dell'altro. E se fossero veri entrambi? La responsabile del potere antimicrobico dell'aglio sembra essere l'ajoene, una sostanza che deriva sempre dall'allicina e che quindi si trova nell'aglio crudo e tritato. L'ajoene aggiunto ad una crema neutra ha mostrato la stessa azione di una pomata antimicotica attiva su alcue infezioni da funghi, come il piede d'atleta.
Le studiatissime proprietà anticancro dell'aglio sembrano essere strettamente legate alla sua attività antiossidante. Sono tanti ormai gli studi che confermano che le sue molecole solforose sono in grado di impedire agli agenti ossidanti e ai radicali liberi di attaccare le nostre preziose cellule. In questo modo l'aglio limita quelle mutazioni che poi possono generare il cancro. Pare che mangiare aglio riduca i rischi di cancro allo stomaco e colonrettale.
L'aglio è un giglio con un odore infernale e come tutti gli altri gigli appartiene alla famiglia botanica delle Liliaceae che comprende anche cipolla, porro e scalogno. Spezzando una delle loro foglie si attiva una reazione che trasforma una molecola inodore in una serie di sostanze maleodoranti e solforose. Alcune di queste si librano nell'aria e irritano gli occhi. La sostanza inodore si chiama alliina e quando lo spicchio viene tagliato o tritato si trasforma finalmente nella nostra profumata e utile allicina, quella di prima, responsabile delle azioni più importanti dell'aglio.
Morale della favola: per far bene l'aglio deve puzzare!!
Negli integratori che pubblicizzano come "aglio inodore", i rivestimenti  delle pillole interferiscono con l'alliina presente rischiando di non riuscire ad attuare la conversione in allicina. Quindi riducendo la loro attività e utilità a zero. Anche l'aglio secco pare dia pochi risultati.
Mi dispiace ma il modo migliore è di consumarlo crudo :) o anche cotto.


Visto che per beneficiare delle sue proprietà dobbiamo necessariamente ingerirlo, vi suggerisco alcuni modi per renderlo il più gradevole possibile. Spremuto fresco in un pesto di rucola, olio di oliva, mandorle e parmiggiano è la fine del mondo. Darà una nota solforosa anche alla deliziosa salsina di yogurth, prezzemolo, sale e peperoncino, una sorta di "aglio e olio" in crema spalmabile per crostini o verdure. O ancora, in una salsa cruda di pomodoro rosso, olio, pecorino, basilico fresco e una manciata di mandorle, prima di frullare tutto fate scivolare uno spicchio d'aglio insieme agli altri ingredienti. Ottima per condire la pasta in questo scampolo di estate che ancora non se ne vuole andare.

Non si è capito se sia nocivo o meno per i cani, ma in generale lo sconsigliano.
Il mio pastore tedesco ne ha mangiato per una vita (insieme alla sua pappa fatta in casa e servita tiepida) ed è vissuta 17 anni.
Le davo anche i gusci d'uovo tritati con polvere di timo e aglio essiccato grattuggiato.
Anche qui si tratta di tollerabilità del singolo cane.

Per concludere, queste le parole di uno Yogi:
"L'aglio è un cibo tamasico (inerte) che agita la mente. La sua energia è molto bassa, molto grossolana".
Provocherebbe cioè una sorta di annebbiamento mentale in aperto conflitto con esigenze di concentrazione e meditazione.
Nessuno voleva insinuare che l'aglio elevasse lo spirito, infatti. Anzi, se andiamo a ben vedere la sua energia e le sue capacità curative sono tutte concentrate in basso, o comunque nella metà inferiore del corpo: stomaco e intestino. Rinvigorisce e rinforza e la sua energia viene dal basso, lo zolfo lo testimonia efficacemente. Si dice che una delle virtù magiche dell'aglio sia quella di attrarre la prosperità, ovvero la capacità di mantenersi da soli, in una parola, delle radici ben piantate a terra. Tutte funzioni del primo chakra, che vibra ad un'energia bassissima e indispensabile e il cui obiettivo principale è di avere appunto salde radici a terra.
Infatti è vero che l'energia dell'aglio è bassa e grossolana ma è questo che gli si chiede.
Se volete meditare proprio il giorno in cui la zia ha preparato il pesto genovese conviene andare a pranzo da un'altra parte.

Come il peperoncino, l'aglio crudo è controindicato per gli stomaci delicati. E contemporaneamente è anche consigliato per la sua azione rinforzante e tonificante. Quello che non ti ammazza ti fortifica :)
Per quanto mi riguarda l'aglio è praticamente più un farmaco che un alimento e come tale andrebbe trattato. Quindi va bene inserirlo nei pasti in dosi moderate e aumentare quando invece occorre la sua azione medicinale. Ma cosa è una dose moderata? E va bene per tutti?
C'è chi non ne tollera neanche la vista e chi invece manda giù spicchi d'aglio come fossero bonbon in una chocolaterie. Stesso discorso del peperoncino. Se ne sei attratto e non ti disturba lo stomaco, allora fa per te. E la soglia utile e tollerabile diventa strettamente personale. Ovviamente come tutto, basta rispettare il proprio equilibrio.

L'altra volta ho parlato del peperoncino, oggi di aglio...arrivati alla fine di questo post non vi è venuta voglia di due spaghetti? :)

Un saluto e buona settimana a tutti!


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