Paura, eh?
Tranquilli, le
pagine di questo post non contengono veleno virtuale e non ci sono
frati investigatori o monaci pazzi, fanatici e assassini. Spero che
il buon professore non me ne voglia per aver profanato il suo
capolavoro :)
Come avrete intuito
oggi parliamo della rosa e del suo nome, che evoca giardini lontani e
notti odorose.
Alfredo Cattabiani,
dedicò alla rosa il primo capitolo del suo libro “Florario”,
summa di tutto lo scibile su mitologia e simbologia del regno
vegetale, e lo chiamò semplicemente “una rosa è una rosa”. Nel
senso che non esiste altro fiore che evoca un'immagine così nitida e
immediata come la rosa. E' il fiore dei fiori, la regina
incontrastata di tutto ciò che è fatto di petali e profumo.
La natura della rosa
è donna; il suo profumo evoca parti oscure dell'animo femminile,
illumina gli anfratti del nostro cuore e può trovare luce e zone
traboccanti d'amore o lati di noi sconosciuti, completamente bui e
aridi. Per questo, paradossalmente, molte donne odiano il profumo
mistico e sensuale sprigionato dalla rosa. Perché spesso obbliga a
guardarsi dentro. Si dice che sia amato dalle donne con una vita
emotiva molto forte e odiato da chi invece ama esercitare il
controllo sugli aspetti emozionali della vita.
“Maria rosa, Eva
spina”, si diceva riassumendo la contrapposizione biblica tra la
prima donna e la madre di Gesù.
“Come
dalle pungenti spine nasce la morbida rosa, così dalla stirpe di Eva
uscì Maria e la nuova vergine riparò l'errore della prima. Dalla
Giudea spuntò Maria come dalle spine la rosa” (Sedulio,
V sec.).
E' in onore della
Rosa Maria che si recita il rosario, cominciato a diffondersi dal XII
secolo.
Nella sua Domus
Aurea Nerone aveva fatto realizzare un soffitto rotante che
rappresentava lo zodiaco e da cui cadeva sui commensali una pioggia
di petali di rose, pagati a peso d'oro dall'imperatore. In epoca
imperiale le rose erano abbondantemente coltivate, anche in inverno
dentro speciali serre, perché erano il principale ornamento di feste
e cerimonie varie.
Il grande medico
Avicenna fu il primo a produrre un'essenza profumata distillando
petali di rose, ma del resto gli arabi hanno sempre fatto di questo
fiore un vero e proprio culto: ancora oggi considerano una grande
raffinatezza offrire bevande su cui galleggiano petali di rosa.
La rosa è tra le
prime piante indicate come obbligatorie nel famoso Editto di Carlo
Magno per le sue proprietà medicinali; secondo Plinio erano più di
trenta le malattie curabili con la rosa, tra cui alcune gravissime
come vaiolo e tubercolosi. In realtà sia i fiori ma soprattutto i
frutti delle rose, chiamati cinorroidi, sono ricchi di vitamina C e
altre preziose sostanze.
Esistono migliaia di
varietà di rose, tuttavia per uso alimentare sono da preferirsi
quelle selvatiche, in particolare la rosa canina, così chiamata
perché sembra che in passato le sue radici venissero usate per
curare la rabbia.
Non c'è spazio per
decantare il suo miliardo di usi esterni: ci limiteremo solo a dire
che i tipi di pelle su cui la rosa ha il suo migliore effetto sono
quelle secche, sciupate, rugose o affette da couperose.
Secondo il
farmacologo del XVII secolo Culpeper “i petali di rosa essiccati e
ridotti in polvere alleviano i flussi mestruali abbondanti e altri
tipi di sanguinamenti. Piccole quantità di vino in cui sono stati
macerati dei petali di rosa alleviano mal di testa, mal di denti, i
disturbi agli occhi, alle orecchie, alla gola e alle gengive. Sono
efficaci anche per curare il dolore addominale e l'utero”.
Le sue proprietà
terapeutiche sono note anche in Asia; in uno dei più antichi testi
di Medicina Cinese si legge che le rose sono attive nelle
costipazioni e negli edemi. Negli ultimi anni, gli studi hanno
dimostrato che oltre l'utilissima e fondamentale vitamina C, la rosa
contiene anche le vitamine A e P e ha le proprietà di alleviare la
stanchezza causata dallo stress, il torcicollo, l'insonnia, il mal di
stomaco e il nervosismo. E oltre a tutti gli effetti curativi, un
bouquet di rose aiuta a dare sollievo in una giornata frenetica e a
rendere più luminosa la vita. Addirittura un poeta lirico greco
decantò la capacità del balsamo di rosa di “calmare il cuore che
batte pieno di angoscia”.
Le moderne ricerche
non hanno aggiunto molto agli studi di Culpeper: degli studi condotti
negli Stati Uniti dimostrano che l'olio di rosa può stimolare la
produzione di bile e quindi essere utile in alcune patologie
epatiche.
Da notare che l'olio
essenziale di rosa non è affatto rosa ma verde, il colore che la
medicina cinese ascrive all'elemento legno e quindi (sorpresa!) al
fegato.
La solita coincidenza? Forse che si, forse che no :)
Nel mare di
informazioni che circonda questo fiore, vorrei spendere due parole
appunto sull'olio essenziale che si estrae dai suoi petali.
Cominciamo subito
con il chiarire che l'olio di rosa, se estratto correttamente e non
adulterato, è una delle essenze più pregiate e costose al mondo.
Proprio per questo in commercio si trovano oli essenziali di diversi
gradi di bontà, ma mai (o quasi) puri. E comunque ve ne accorgereste
dal prezzo. Quando e se vi capiterà di vedere una microscopica
bottiglietta da 3 ml al prezzo di una macchina usata, state sicuri
che avete davanti dell'estratto puro di rosa. Occorrono circa trenta
rose per ottenere una sola goccia di olio essenziale. E ci vuole
molto poco per guastare quell'aroma sottile e un po' evanescente che
ne è tipico, per cui le procedure per produrre un olio di qualità
sono abbastanza complesse e la riuscita non è sempre garantita.
La vera e famosa
acqua di rose, usata da sempre contro le infiammazioni e per
mantenere una pelle morbida e idratata, è ciò che rimane del
processo di distillazione dell'olio essenziale: un'acqua aromatica
pregna di minuscole particelle odorose non evaporate. Chiaramente si
tratta di un prodotto difficile da trovare e anche piuttosto costoso.
Un approccio
abbordabile è trovare un buon olio essenziale che sia stato solo
allungato con altri oli vegetali. Sarà diluito ma almeno non
dannoso. Con una spesa di 12-13 euro ci si porta a casa primavera e
buonumore. Altri invece chiamano “essenza di rosa” dei preparati
che già in partenza non hanno nulla a che vedere con il nostro
fiore: insomma, i soliti chimiconi. In laboratorio si può riprodurre
la quasi totalità di sapori e profumi. La differenza è abbastanza
evidente, uno fa venire mal di testa e l'altro no. A voi il compito
di scoprire quale. In generale, diffidate di un olio essenziale di
rosa che costa 3 euro.
Una volta si diceva che il mese delle rose fosse maggio. Non so voi,
ma siamo in pieno luglio e il mio giardino rigurgita rose come se non
ci fosse un domani. Tutte le varietà sono in fiore, comprese delle
talee di un mesetto fa che avevamo piantato solo per non buttarle
via. Meglio, così passiamo direttamente alle mediricette :)
L'acqua di rose era
molto usata anche in cucina per conferire un tocco gradevole e
raffinato alle pietanze, anche se oggi è stata piuttosto messa da
parte e spesso si utilizzano i petali o addirittura i boccioli
interi.
Le sfizioserie che
seguono le ho trovate in questo libretto, piccolo ma ben fornito.
Con mezzo chilo di
petali 1,2 kg di zucchero e il succo di tre limoni, si prepara
un'ottima marmellata.
Se non si hanno a
disposizione grosse quantità, con 50 gr di petali appena coperti di
acqua bollente, fatti macerare per un giorno intero e strizzati bene
si ottiene un liquido aromatico che potremmo miscelare al miele e
avere così un miele aromatico da usare per infusi e dolci.
Una signora polacca
mi ha suggerito questa deliziosa variante: versare del succo di
limone sui petali e lasciar macerare anche questi 24 ore; il limone
estrae colore e aroma dalle rose. Si conserva in bottiglie e si
diluisce con acqua fresca e zucchero per delle golose e dissetanti
bibite estive.
Questa è deliziosa:
Cup alle rose
Tenete in infusione in un recipiente in frigorifero (per circa un
ora) i petali di 5 o 6 rose molto profumate in una bottiglia di vino
bianco secco con il succo di mezzo limone e 150 gr di zucchero.
Filtrare, unire una bottiglia di spumante e decorare con altri
petali.
Infine una ricetta
veramente curiosa:
Merluzzo alle
rose
Mettete a marinare
in frigo per almeno tre ore il filetto di merluzzo con un filo d'olio
di oliva, sale, pepe e i petali lavati e asciugati di due rose. Poi
prendere il pesce con tutta la sua marinata, trasferirlo in un
cartoccio d'alluminio e passarlo in forno già caldo per 20 minuti a
180 gradi. Adagiare altri petali sul piatto di portata e sistemare
sopra i filetti già cotti e coperti del loro sugo.
Non avete voglia di
andare in giardino per farvi una bella mangiata?
Un saluto e buona settimana a tutti :)
Un saluto e buona settimana a tutti :)