domenica 19 luglio 2015

Tè bianco, rosso e verdone

Non saranno simpatici come Carlo ma decisamente buonissimi. E tanti. Ce ne sono un'infinità. Il tè può essere di tutti i colori ma, sorpresa, la pianta è una sola. Per ovvi motivi di tempi e spazi, prenderemo in considerazione solo poche varianti.

In effetti sul tè ci sono tantissimi malintesi. Più di una volta ho sentito parlare di tè di camomilla, di tè di mirtillo e addirittura di tè per andare in bagno. Sarebbe bellissimo se una sola pianta potesse assolvere contemporaneamente tutte le funzioni richieste, compresa quella di regolarizzare l'intestino, ma in realtà molti confondono la parola infuso con la pianta del tè vera e propria. Un infuso può essere di camomilla, di mirtillo e di qualunque altra erba lasciata “infondere” in acqua calda. Il tè è solo la pianta del tè.
Anche quello che viene chiamato "tè rosso" viene da un'altra pianta, una leguminosa sudafricana chiamata rooibos che produce una bevanda dissetante e senza caffeina. Personalmente non lo amo molto, ma so che piace.

Tutte le varietà conosciute di vero tè provengono esclusivamente dalla Camellia Sinensis, poi una serie di fattori come la zona di produzione, il clima e altro, ne determinano le varie tipologie. In realtà la differenza più grande è data dai metodi di lavorazione che le foglie subiscono dopo la raccolta. Il processo alla base di tutto si chiama ossidazione o fermentazione. 


Quello che conosciamo come tè nero, è il té più fermentato di tutti.
Le delicate foglioline e i teneri germogli della pianta vengono lasciati ad appassire in modo da far perdere l'acqua in esse contenuta, renderle morbide e poterle in seguito rullare, processo che ha lo scopo di rompere le membrane cellulari e far affiorare i succhi in superficie. Passano poi alla fase di ossidazione dove le foglie vengono distese e lasciate per diverse ore in ambienti con forte umidità e temperature attorno ai 30°. Il processo viene interrotto con potenti getti di aria calda, e le foglioline fermentate vengono preparate per l'essiccazione definitiva. Le varietà più famose sono il Darjeeling e il Ceylon. Il famoso Earl Grey non è altro che una varietà di tè nero aromatizzata al bergamotto.

Il tè bianco è un tè molto pregiato che prende il nome dalla peluria bianca presente sulle gemme. La produzione è molto ridotta perché il raccolto ha una durata di soli 5-6 giorni e consiste nella selezione manuale della prima gemma di ogni ramo. I te' bianchi in tazza presentano una infusione molto chiara dal gusto delicato e dolce, a volte mielato. In alcune varietà la delicatezza e' tale che un palato poco abituato potrebbe non percepirne il gusto. Assolutamente imperdibile per gli appassionati.

Naturalmente il migliore lo abbiamo tenuto per ultimo.
Il tè verde, giustamente e finalmente salito alla ribalta negli ultimi anni, è la forma di tè più integrale, ovvero quella che mantiene inalterate tutte le eccezionali caratteristiche di questa pianta meravigliosa. Il motivo è che non viene sottoposto a nessuna fermentazione, ma passato direttamente all'essiccazione, per cui mantiene il suo colore naturale e soprattutto le sue proprietà.
Non proviamo neanche a parlare delle sue innumerevoli varietà, una più buona dell'altra.

Purtroppo il processo di fermentazione, per quanto produca delle bevande corpose e gradevoli, distrugge in gran parte gli elementi attivi e quindi i benefici che può dare la pianta. Che nel caso del tè non sono pochi.
Ci sarebbero anche i tè oolong che, con la loro ossidazione solo parziale, rappresentano una via di mezzo tra le proprietà e la freschezza dei tè verdi e il gusto più delicato e meno aspro di quelli neri. Una tipologia da circa 15 euro l'etto è il milk oolong, ottenuto con un processo artigianale che comprende la vaporizzazione di latte sulle foglie che conferisce al tè un sapore unico e particolarmente dolce. 


Cominciamo con il dire che le foglioline di questa pianta sono usate con successo da almeno 4000 anni. I più accaniti e tradizionali consumatori sono cinesi e giapponesi, ma noi europei ci stiamo facendo largo, soprattutto con l'usanza di aromatizzare il tè con fiori e frutti vari. L'Inghilterra è un Paese che ne ha fatto la sua bevanda nazionale, praticamente a pari merito con la birra. La scienza ha ormai confermato ciò che monaci e imperatori sapevano da sempre.
“Il tè”-si diceva- “è una medicina miracolosa per prolungare la vita”.
In Giappone le donne che insegnano la cerimonia del tè (e che quindi ne assumono in quantità più elevate rispetto alla norma) sono famose per la loro longevità.
Infatti le sue straordinarie proprietà anti invecchiamento oggi sono note a tutti e tantissime le ricerche che evidenziano un'importante attività che contrasterebbe l'insorgere dei tumori.

Il potente effetto antiossidante del tè inibisce l'ossidazione del colesterolo nelle arterie, aumenta la capacità di bruciare i grassi e aiuta l'eliminazione dei liquidi in eccesso.

Pare sia un potente disinfettante intestinale, che assunto con i cibi riduca i rischi di avvelenamento e che possa eliminare i batteri del cavo orale responsabile di carie e alito cattivo. E molto altro ancora. Citare anche solo nominalmente le innumerevoli ricerche e sperimentazioni condotte sul tè verde richiederebbe molto più di un articolo.

Per dovere di cronaca, riporterò anche l'unica ricerca che ha tentato di mettere in relazione il consumo di tè verde con l'aumento dei casi di cancro all'esofago. Da quello che è venuto fuori, il problema sarebbe l'alta temperatura della bevanda. In poche parole, il tè risulterebbe essere una minaccia solo se consumato bollente.
Del resto, la medicina cinese mette in guardia dal mandare giù cibi fumanti, che siano tè, caffè o minestre. E se andiamo a guardare bene, anche la cerimonia del tè, con i suoi lunghi e armonici tempi, fa in modo che sia bevuto a una temperatura accettabile.

I puristi lo degustano dopo soli due minuti di infusione altrimenti pare diventi amaro, mentre altri esperti consigliano un riposo di almeno dieci minuti per attivare le sostanze antiossidanti. In ogni caso, provate e sperimentate per stabilire il vostro gusto. Personalmente, in inverno non supero i 5 minuti di infusione mentre in estate ci vado giù pesante sia di condimenti che di tempo per renderlo corposo e più consono possibile alle esigenze dell'organismo con 40° all'ombra. Si suda e si perdono sali minerali preziosi che andrebbero reintegrati.
E infatti oggi miriamo proprio a questo.


Potrei suggerirvi delle ricettine meravigliose che ho sperimentato negli anni, a partire dai cioccolatini ripieni di mousse al tè bianco fino al burro di tè verde per tartine, ma... non vi viene la rosolia solo a pensarci?? Queste chicche grasse, burrose e squisite ce le teniamo per l'inverno, quando il nostro organismo implorerà qualcosa di più sostanzioso. Dedicheremo al tè un post natalizio :)

Oggi andiamo invece su qualcosa di solo apparentemente semplice. L'umile tè freddo. Ma preparato in casa con ingredienti più che DOC. Un bicchiere di questa meraviglia vi rimette al mondo e contemporaneamente vi farà l'effetto di un cocktail rinvigorente.

Queste sono dosi da cammello, ma bastano a malapena per pochi giorni!
Il mio pentolone più grande arriva a

7 litri e mezzo di acqua
14 bustine da circa 1,75 gr l'una di tè verde o nero bio
3 limoni non trattati
3 etti di zucchero il più integrale possibile.

Prima di accendere il fuoco sotto il pentolone tolgo la buccia ai limoni e la aggiungo all'acqua. Una volta raggiunto il quasi bollore spengo e vi aggiungo le bustine; senza coprire, le lascio almeno 10 minuti, poi le tolgo dopo averle strizzate bene e aggiungo lo zucchero e il succo dei limoni. Far freddare bene, imbottigliare (filtrare, se preferite) e mettere in fresco.
Per questa mole di liquido le bustine sono il metodo più pratico, ma se avete voglia di perderci un po' più di tempo, il tè sfuso regala più soddisfazione al palato.

Due parole sullo zucchero: non utilizzate il falso zucchero di canna, per intenderci come le bustine del bar che non è altro che zucchero bianco con un po' di fondotinta. Cercate un buon negozio di alimenti biologici oppure all'interno dei supermercati più forniti troverete una sezione del commercio equo e solidale. Tra i migliori Panela e Mascobado. Certo, costano un occhio (parliamo dei 70 cent per 1 kg di zucchero bianco contro i 4 euro e più per solo mezzo kg dell'altro), ma ne vale la pena sotto tutti i punti di vista.
La tipologia di zucchero cui mi riferisco è di un marrone irregolare abbastanza scuro, ha una consistenza un po' umida e profuma vagamente di liquirizia. Ed è praticamente linfa pura di canna da zucchero tritata senza perdere nulla delle sue proprietà (che vedremo nel dettaglio alla prossima occasione) e che ha un potere dolcificante infinitamente maggiore dello zuccheraccio che siamo abituati a consumare.
E' il vero segreto del mio tè (insieme alle fondamentali scorze di limone) che, vi assicuro, una volta provato non mollerete più.
Potete anche trasformarlo in golosi ghiaccioli con gli appositi stampi. Nutrienti e dissetanti.

Oppure potete gelificarlo come il gelsomino o farne degli squisiti sorbetti.

Al solito, ci sarebbe da dire tanto altro su questa pianta meravigliosa e lo faremo in seguito. Tanti personaggi, famosi e non, ne hanno apprezzato e decantato le virtù.

Un celebre scrittore e pensatore giapponese scrisse nel 1906 che “Il tè non ha l’arroganza del vino, né la supponenza del caffè e neppure la leziosa innocenza del cacao”.

Rende l'idea, vero? 

Buona settimana a tutti!

Photo credit: bastus917 / Foter / CC BY-SA 
Photo credit: A Girl With Tea / Foter / CC BY
Photo credit: katerha / Foter / CC BY

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