Non saranno simpatici come
Carlo ma decisamente buonissimi. E tanti. Ce ne sono un'infinità. Il tè può essere di tutti i colori ma, sorpresa, la pianta
è una sola. Per ovvi motivi di tempi e spazi, prenderemo in
considerazione solo poche varianti.
In effetti sul tè ci sono
tantissimi malintesi. Più di una volta ho sentito parlare di tè di
camomilla, di tè di mirtillo e addirittura di tè per andare in
bagno. Sarebbe bellissimo se una sola pianta potesse assolvere
contemporaneamente tutte le funzioni richieste, compresa quella di
regolarizzare l'intestino, ma in realtà molti confondono la parola
infuso con la pianta del tè vera e propria. Un infuso può essere di
camomilla, di mirtillo e di qualunque altra erba lasciata “infondere”
in acqua calda. Il tè è solo la pianta del tè.
Anche quello che viene
chiamato "tè rosso" viene da un'altra pianta, una
leguminosa sudafricana chiamata rooibos che produce una bevanda
dissetante e senza caffeina. Personalmente non lo amo molto, ma so
che piace.
Tutte le varietà conosciute
di vero tè provengono esclusivamente dalla Camellia Sinensis, poi una
serie di fattori come la zona di produzione, il clima e altro, ne
determinano le varie tipologie. In realtà la differenza più grande
è data dai metodi di lavorazione che le foglie subiscono dopo la
raccolta. Il processo alla base di tutto si chiama ossidazione o
fermentazione.
Quello che conosciamo come
tè nero, è il té più fermentato di tutti.
Le delicate foglioline e i
teneri germogli della pianta vengono lasciati ad appassire in modo da
far perdere l'acqua in esse contenuta, renderle morbide e poterle in
seguito rullare, processo che ha lo scopo di rompere le membrane
cellulari e far affiorare i succhi in superficie. Passano poi alla
fase di ossidazione dove le foglie vengono distese e lasciate per
diverse ore in ambienti con forte umidità e temperature attorno ai
30°. Il processo viene interrotto con potenti getti di aria calda, e
le foglioline fermentate vengono preparate per l'essiccazione
definitiva. Le varietà più famose sono il Darjeeling e il Ceylon.
Il famoso Earl Grey non è altro che una varietà di tè nero
aromatizzata al bergamotto.
Il tè bianco è un tè
molto pregiato che prende il nome dalla peluria bianca presente sulle
gemme. La produzione è molto ridotta perché il raccolto ha una
durata di soli 5-6 giorni e consiste nella selezione manuale della
prima gemma di ogni ramo. I te' bianchi in tazza presentano una
infusione molto chiara dal gusto delicato e dolce, a volte mielato.
In alcune varietà la delicatezza e' tale che un palato poco abituato
potrebbe non percepirne il gusto. Assolutamente imperdibile per gli
appassionati.
Naturalmente il migliore lo
abbiamo tenuto per ultimo.
Il tè verde, giustamente e
finalmente salito alla ribalta negli ultimi anni, è la forma di tè
più integrale, ovvero quella che mantiene inalterate tutte le
eccezionali caratteristiche di questa pianta meravigliosa. Il motivo
è che non viene sottoposto a nessuna fermentazione, ma passato
direttamente all'essiccazione, per cui mantiene il suo colore
naturale e soprattutto le sue proprietà.
Non proviamo neanche a
parlare delle sue innumerevoli varietà, una più buona dell'altra.
Purtroppo il processo di
fermentazione, per quanto produca delle bevande corpose e gradevoli,
distrugge in gran parte gli elementi attivi e quindi i benefici che
può dare la pianta. Che nel caso del tè non sono pochi.
Ci sarebbero anche i tè
oolong che, con la loro ossidazione solo parziale, rappresentano una
via di mezzo tra le proprietà e la freschezza dei tè verdi e il
gusto più delicato e meno aspro di quelli neri. Una tipologia da
circa 15 euro l'etto è il milk oolong, ottenuto con un processo
artigianale che comprende la vaporizzazione di latte sulle foglie che
conferisce al tè un sapore unico e particolarmente dolce.
Cominciamo con il dire che
le foglioline di questa pianta sono usate con successo da almeno 4000
anni. I più accaniti e tradizionali consumatori sono cinesi e
giapponesi, ma noi europei ci stiamo facendo largo, soprattutto con
l'usanza di aromatizzare il tè con fiori e frutti vari.
L'Inghilterra è un Paese che ne ha fatto la sua bevanda nazionale,
praticamente a pari merito con la birra. La scienza ha ormai
confermato ciò che monaci e imperatori sapevano da sempre.
“Il tè”-si diceva- “è
una medicina miracolosa per prolungare la vita”.
In Giappone le donne che
insegnano la cerimonia del tè (e che quindi ne assumono in quantità
più elevate rispetto alla norma) sono famose per la loro longevità.
Infatti le sue straordinarie
proprietà anti invecchiamento oggi sono note a tutti e tantissime le
ricerche che evidenziano un'importante attività che contrasterebbe
l'insorgere dei tumori.
Il potente effetto
antiossidante del tè inibisce l'ossidazione del colesterolo nelle
arterie, aumenta la capacità di bruciare i grassi e aiuta
l'eliminazione dei liquidi in eccesso.
Pare sia un potente
disinfettante intestinale, che assunto con i cibi riduca i rischi di
avvelenamento e che possa eliminare i batteri del cavo orale
responsabile di carie e alito cattivo. E molto altro ancora. Citare
anche solo nominalmente le innumerevoli ricerche e sperimentazioni
condotte sul tè verde richiederebbe molto più di un articolo.
Per dovere di cronaca,
riporterò anche l'unica ricerca che ha tentato di mettere in
relazione il consumo di tè verde con l'aumento dei casi di cancro
all'esofago. Da quello che è venuto fuori, il problema sarebbe
l'alta temperatura della bevanda. In poche parole, il tè
risulterebbe essere una minaccia solo se consumato bollente.
Del resto, la medicina
cinese mette in guardia dal mandare giù cibi fumanti, che siano tè,
caffè o minestre. E se andiamo a guardare bene, anche la cerimonia
del tè, con i suoi lunghi e armonici tempi, fa in modo che sia
bevuto a una temperatura accettabile.
I puristi lo degustano dopo
soli due minuti di infusione altrimenti pare diventi amaro, mentre
altri esperti consigliano un riposo di almeno dieci minuti per
attivare le sostanze antiossidanti. In ogni caso, provate e
sperimentate per stabilire il vostro gusto. Personalmente, in inverno
non supero i 5 minuti di infusione mentre in estate ci vado giù
pesante sia di condimenti che di tempo per renderlo corposo e più
consono possibile alle esigenze dell'organismo con 40° all'ombra. Si
suda e si perdono sali minerali preziosi che andrebbero reintegrati.
E infatti oggi miriamo
proprio a questo.
Potrei suggerirvi delle
ricettine meravigliose che ho sperimentato negli anni, a partire dai
cioccolatini ripieni di mousse al tè bianco fino al burro di tè
verde per tartine, ma... non vi viene la rosolia solo a pensarci??
Queste chicche grasse, burrose e squisite ce le teniamo per
l'inverno, quando il nostro organismo implorerà qualcosa di più
sostanzioso. Dedicheremo al tè un post natalizio :)
Oggi andiamo invece su
qualcosa di solo apparentemente semplice. L'umile tè freddo. Ma
preparato in casa con ingredienti più che DOC. Un bicchiere di
questa meraviglia vi rimette al mondo e contemporaneamente vi farà
l'effetto di un cocktail rinvigorente.
Queste sono dosi da
cammello, ma bastano a malapena per pochi giorni!
Il mio pentolone più grande
arriva a
7 litri e mezzo di
acqua
14 bustine da circa
1,75 gr l'una di tè verde o nero bio
3 limoni non trattati
3 etti di zucchero il
più integrale possibile.
Prima di accendere il fuoco
sotto il pentolone tolgo la buccia ai limoni e la aggiungo all'acqua.
Una volta raggiunto il quasi bollore spengo e vi aggiungo le bustine;
senza coprire, le lascio almeno 10 minuti, poi le tolgo dopo averle
strizzate bene e aggiungo lo zucchero e il succo dei limoni. Far
freddare bene, imbottigliare (filtrare, se preferite) e mettere in
fresco.
Per questa mole di liquido
le bustine sono il metodo più pratico, ma se avete voglia di
perderci un po' più di tempo, il tè sfuso regala più soddisfazione
al palato.
Due parole sullo zucchero:
non utilizzate il falso zucchero di canna, per intenderci come le
bustine del bar che non è altro che zucchero bianco con un po' di
fondotinta. Cercate un buon negozio di alimenti biologici oppure
all'interno dei supermercati più forniti troverete una sezione del
commercio equo e solidale. Tra i migliori Panela e Mascobado. Certo,
costano un occhio (parliamo dei 70 cent per 1 kg di zucchero bianco
contro i 4 euro e più per solo mezzo kg dell'altro), ma ne vale la
pena sotto tutti i punti di vista.
La tipologia di zucchero cui
mi riferisco è di un marrone irregolare abbastanza scuro, ha una
consistenza un po' umida e profuma vagamente di liquirizia. Ed è
praticamente linfa pura di canna da zucchero tritata senza perdere
nulla delle sue proprietà (che vedremo nel dettaglio alla prossima
occasione) e che ha un potere dolcificante infinitamente maggiore
dello zuccheraccio che siamo abituati a consumare.
E' il vero segreto del mio
tè (insieme alle fondamentali scorze di limone) che, vi assicuro,
una volta provato non mollerete più.
Potete anche trasformarlo in
golosi ghiaccioli con gli appositi stampi. Nutrienti e dissetanti.
Oppure potete gelificarlo
come il gelsomino o farne degli squisiti sorbetti.
Al solito, ci sarebbe da
dire tanto altro su questa pianta meravigliosa e lo faremo in
seguito. Tanti personaggi, famosi e non, ne hanno apprezzato e
decantato le virtù.
Un celebre scrittore e
pensatore giapponese scrisse nel 1906 che “Il tè non ha
l’arroganza del vino, né la supponenza del caffè e neppure la
leziosa innocenza del cacao”.
Rende l'idea, vero?
Buona settimana a tutti!
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