Restiamo
in aria pseudo primaverile e parliamo di un altro regalo di questa
timida e colorata stagione.
Eravamo
abituati a vederne i prati pieni, collinette colorate di un soffice
bianco e giallo e con un profumo che stordiva gli angioletti (in
senso buono, ovviamente!).
Parlo
al passato perché ora restano poche tracce di camomilla, o almeno di
quella selvatica che naturalmente è la migliore. Ogni maggio è
ormai listato a lutto dalla scomparsa di questo indispensabile fiore.
Adoro
la camomilla e mi piace parlarne. Ma prima un piccolo consiglio, anzi
un monito :)
Non fatevi sfuggire questo periodo! Le piante aromatiche e medicinali sono al top da adesso fino a settembre. I primi di maggio sono stata costretta a tagliare un mega cespuglione di melissa che stava uccidendo la maggiorana e soffocando l'origano. E' già il secondo anno che la melissa la fa da padrona. Prima c'era stata l'invasione spontanea della menta piperita e l'anno ancora prima è stato il turno della salvia.
Non fatevi sfuggire questo periodo! Le piante aromatiche e medicinali sono al top da adesso fino a settembre. I primi di maggio sono stata costretta a tagliare un mega cespuglione di melissa che stava uccidendo la maggiorana e soffocando l'origano. E' già il secondo anno che la melissa la fa da padrona. Prima c'era stata l'invasione spontanea della menta piperita e l'anno ancora prima è stato il turno della salvia.
Insomma,
dipenderà dal delicato equilibrio di condizioni climatiche, acqua,
cure ricevute e non so che altro, ma ogni anno c'è una pianta
officinale che primeggia sulle altre con un'abbondanza di produzione
preoccupante. Preoccupante solo perché ce ne è talmente tanta che
non sappiamo più come riciclarla e l'idea di gettare via preziose
foglioline ricche di principi attivi utili e profumati, fa
semplicemente rabbrividire.
Niente
paura, non se ne parla proprio.
Tagliate
senza pietà il cespuglio killer della officinale di turno che sta
invadendo il vostro giardino, tanto tra poche settimane sarà
cresciuto di nuovo più di prima. Lavate velocemente le foglie sotto
l'acqua (se è del giardino di casa quindi senza pesticidi o simili,
al massimo saranno irrorate da pipì di gattacci… affettuosamente
parlando!) e dategli un'asciugata leggera, senza strofinare troppo le
foglie. L'ideale sarebbe scuoterle per togliere l’acqua in eccesso
e poi metterle su un panno ad asciugare girandole di tanto in tanto.
Una volta asciutte, mettetele in alto a testa in giù ad essiccare.
Senza troppe storie, io ho usato lo stendino della mia cucina a legna
ma vanno bene anche delle comunissime corde per i panni o potete
metterle sulla retina di un setaccio avendo cura che ci sia
ventilazione anche sotto.
Insomma,
nel giro di una settimana ho accumulato due barattoli giganti colmi
di melissa secca che profumerà le mie lunghe giornate invernali,
quando il giardino sarà vuoto, brullo e gelido e io mi preparerò
una tazza fumante di questo prezioso regolatore del buon umore con
ottime proprietà antivirali, guarda caso, utilissime in inverno.
Naturalmente
da qui fino a settembre rischio di riempire altri 6 barattoli, ma non
sarà un problema.
Si
possono sempre inondare le case di amici e parenti o farne dei
cuscinetti profumati per l’armadio :)
Se
non avete voglia di essiccarla tutta, provate a tritarne qualche
foglia fresca sulle fragole tagliate a pezzi, o a preparare, gelati,
sorbetti e geli.
Per
tutte le altre aromatiche medicinali (timo, rosmarino, salvia…)
anche se non producono in eccesso, da qui a settembre almeno un paio
di raccolti ci scappano. Dopo, anche se continueranno a sopravvivere
durante l’inverno, i loro oli essenziali saranno decisamente più
poveri… per poi riprendere a formarsi in primavera e così da capo.
Quindi approfittiamone finché è il loro tempo balsamico.
E'
un fiore antico, nel senso che le sue proprietà erano note già ai
tempi di Galeno; infatti fu lui ad utilizzarla contro le emicranie e
le nevralgie. La usò anche contro le coliche e le affezioni del
fegato. E’ un calmante nel senso più ampio del termine: va dal
conciliare il sonno alla sua azione sui crampi allo stomaco e sui
disturbi gastrici in generale. Se aggiungiamo anche la classica tazza
di camomilla che calma i dolori mestruali, usanza presente in tutta
Italia, si delinea il quadro di questo indispensabile fiore: la sua
marcata attività sul sistema digestivo e sul ciclo mensile. Il nome
botanico, Matricaria deriva infatti dal latino matrix,
cioè utero.
La
camomilla è sia un aperitivo, in grado cioè di stimolare il senso
di fame, sia di alleviare le conseguenze dell’eccesso del senso di
fame :) I mal di testa sui quali agisce meglio sono infatti quelli
provocati dalle cattive digestioni.
Resta
comunque un rimedio principe per le emicranie di qualunque origine,
sia che provengano da un inizio di rinite o da un ciclo mestruale
difficile, o ancora da nevralgie. Sul sistema nervoso è veramente
una bomba, è in grado di “camomillarlo” senza pietà :)
Un
po' dappertutto si legge che la camomilla è un “blando”
analgesico.
Ho
avuto modo di sperimentare il suo effetto più volte, sulla mia pelle
e su quella di amici e parenti. L’ho e l’abbiamo trovata
tutt’altro che “blanda”.
Forse
è una questione di concentrazione di principi attivi, in fondo
l’oleolito di camomilla di cui mi servo lo preparo personalmente
seguendo più l’istinto che le ricette. Ed è molto concentrato.
O
forse anche la provenienza della materia prima potrebbe essere
importante: se arriva dalle bustine del supermercato, sarà
diversa dalla camomilla colta a mano in campi il più lontani
possibile dal passaggio dalle macchine o da inquinanti in generale.
Saranno questi i motivi, visto che con questo fiore abbiamo risolto
problematiche davvero importanti, tanto che in casa il mio olio di
camomilla non manca mai.
La mia mamma ha sempre sofferto di forti mal di testa, tanto da doversi chiudere al buio per diverse ore con il farmaco di turno. Negli anni ‘80 andava di moda prescrivere la Novalgina e lei ne ha fatto un uso smodato nel tentativo di arginare i dolori di quelle emicranie che ricorrevano almeno tre volte la settimana. Anni fa, durante uno di quegli episodi, dopo diverse ore di nausea e una puntura di Voltaren che non aveva prodotto alcun risultato, ho provato a massaggiarle la testa con una piccola quantità di quell’oleolito che avevo fatto quasi per gioco e senza nessuna pretesa di avere un qualche effetto su quei dolori lancinanti. Volevo solo rilassarle un po’ i muscoli.
La mia mamma ha sempre sofferto di forti mal di testa, tanto da doversi chiudere al buio per diverse ore con il farmaco di turno. Negli anni ‘80 andava di moda prescrivere la Novalgina e lei ne ha fatto un uso smodato nel tentativo di arginare i dolori di quelle emicranie che ricorrevano almeno tre volte la settimana. Anni fa, durante uno di quegli episodi, dopo diverse ore di nausea e una puntura di Voltaren che non aveva prodotto alcun risultato, ho provato a massaggiarle la testa con una piccola quantità di quell’oleolito che avevo fatto quasi per gioco e senza nessuna pretesa di avere un qualche effetto su quei dolori lancinanti. Volevo solo rilassarle un po’ i muscoli.
Immaginate
la mia sorpresa quando dopo già qualche minuto ho visto distendersi
i lineamenti del suo viso, contratti da ore in smorfie doloranti.
Dopo ancora qualche altro minuto di massaggio sul cuoio capelluto,
dormiva profondamente. Al risveglio non aveva più nulla… tranne la
testa imbrattata di olio :) Un piccolo inconveniente di fronte a
risultati che all’epoca ci hanno lasciati a bocca aperta. La
camomilla era arrivata senza sforzo dove il Voltaren aveva fallito.
Ma
non era “blanda”?
Questo
l’episodio più eclatante. Poi ci sono decine di contratture
muscolari, grandi e piccole, che ora sono solo un ricordo; anche
massaggiato sulla pancia lenisce i dolori mestruali, aiuta a prendere
sonno e una mia amica lo usa come antidepressivo di emergenza,
mettendone qualche goccia sui polsi, strofinando e inspirando.
Insomma, ognuna delle persone cui l’ho dato ne ha personalizzato
l’uso, dandomi anche un sacco di dritte!
Un
altro episodio che la prima volta ci ha sorpreso non poco è di come
siamo caduti addormentati in pieno pomeriggio, seduti davanti a un
tavolo, mentre pulivano l’enorme quantità di camomilla che
occorreva per l’olio. Solo i vapori di quel mare di fiori appena
colti ci ha rilassati fino al sonno!
La
saggezza popolare di chi conosce profondamente le piante, consiglia
di camminare a piedi nudi in un campo di camomilla per far svanire
stress e tensioni.
Quanto
è vero :)
Comunque
se trovate un campo di camomilla di qualunque tipo, trattatelo come
un tesoro.
Il
suo uso esterno riguarda principalmente le infiammazioni di tutti i
tipi, dalla pelle agli occhi. Sono famosi gli impacchi di infuso di
camomilla per la congiuntivite, blefarite o semplicemente per gli
occhi stanchi e arrossati. La sua azione decongestionante e
antinfiammatoria la rende utile anche per sciacqui gengivali e
impacchi lenitivi per le emorroidi.
Inutile
menzionare anche l’effetto schiarente sui capelli, famosissimo, che
tra l’altro funziona meglio se aggiungete un limone a pezzi,
compresa la buccia.
Per
le dermatosi umide meglio utilizzare anche qui compresse di garza
imbevute di infuso: l’oleolito potrebbe peggiorare la situazione
per la sua componente grassa. Invece è ottimo per pelli secche,
screpolate, danneggiate e affette da couperose.
Per
rispetto nei confronti di chi mi legge non accennerò neanche al suo
meraviglioso olio essenziale: avreste ancora 10 pagine davanti :)
Meglio rimandare a un successivo approfondimento esclusivamente di
aromaterapia.
Anticamente
la camomilla selvatica era utilizzata contro le febbri intermittenti,
come antidoto alle coliche e come sedativo per gli isterici. Ottima
anche nei raffreddori e nelle congestioni. Alcuni medici
consideravano la camomilla non propriamente come un rimedio per
l’influenza, ma notavano come nelle case dove se ne faceva un uso
preventivo, queste poi non venivano colpite dal contagio. Oggi
possiamo spiegarlo con la sua azione batteriostatica, ovvero che non
uccide il microrganismo (come farebbe un battericida) ma ne limita o
ne inibisce la proliferazione.
Parlando di simbolismo, ho trovato su alcuni testi che la camomilla ha ispirato il significato di "Forza nelle avversità": sarà per il suo effetto calmante e antidepressivo, oppure perché i giardinieri sono soliti sistemarla in cespi accanto alle piante più deboli e sofferenti per aiutarle a riprendersi. Ottenuto lo scopo, la camomilla viene tolta per dare modo alle piantine non più deboli di cavarsela con le loro risorse.
Parlando di simbolismo, ho trovato su alcuni testi che la camomilla ha ispirato il significato di "Forza nelle avversità": sarà per il suo effetto calmante e antidepressivo, oppure perché i giardinieri sono soliti sistemarla in cespi accanto alle piante più deboli e sofferenti per aiutarle a riprendersi. Ottenuto lo scopo, la camomilla viene tolta per dare modo alle piantine non più deboli di cavarsela con le loro risorse.
Studi
recenti le attribuiscono anche un effetto ipoglicemizzante, per cui
risulta ottima per i diabetici.
Per
quanto riguarda le controindicazioni non ce ne sono molte, se non che
appartenendo alla famiglia delle Asteracee, può provocare delle
reazioni allergiche, ma non è un effetto comune.
Medici
esperti di erboristeria raccomandano di non prenderla insieme a dei
sonniferi altrimenti potrebbe potenziarne l’effetto: questa più
che una controindicazione è semplice buonsenso :)
Infine,
per il suo contenuto di cumarina potrebbe potenziare gli effetti
degli anticoagulanti e degli antiaggreganti piastrinici. Quindi
occhio se assumete farmaci per fluidificare il sangue… ma per un
qualche effetto collaterale degno di nota, dovreste assumere litri di
camomilla :)
Una
tazza calda è un gesto antico che si tramanda da generazioni, magari
utilizzate solo la precauzione di non lasciarla in infusione più di
5 minuti: superato questo tempo, a parecchi fa l’effetto contrario:
sveglia invece che assopire!
Ci
sarebbe ancora molto da dire, specialmente parlando dell’effetto
che ha la camomilla sulla psiche; qualcosa potete trovarlo in gelo di mezzanotte dove, oltre a una preparazione assolutamente
originale e sfiziosissima, si parla anche di questo.
Per
preparare un buon vino medicinale, digestivo e buono per le dispepsie
in generale, oltre che per calmare i nervi, si prende 1 litro di vino
appena un poco dolce e ci si mettono a macerare 150 gr di camomilla
secca per circa tre settimane. Dopo filtrare e aggiungere 100 ml di
acquavite. Aspettare ancora un paio di settimane per utilizzarlo a
cucchiai o a bicchierini.
Vi
lascio infine con le indicazioni per preparare l’oleolito che mi ha
dato così tante soddisfazioni: far essiccare (tanta) camomilla e una
volta pronta riempite a ¾ un barattolo di vetro chiaro (dimensioni a
scelta), poi coprite il tutto con olio extra di buona qualità e
mettete al sole per 15-20 giorni, avendo cura di agitare una volta al
giorno e ritirarlo in casa appena scende la notte. Trascorso questo
tempo, filtrate con l’aiuto di una tela di cotone a trama fitta,
strizzate bene e nello stesso olio aggiungete fiori nuovi, sempre
essiccati e sempre in barattolo. Ripetere il procedimento dei 15-20
giorni. Io lo ripeto almeno 3 o 4 volte, contrariamente a quanto suggeriscono la maggior parte delle ricette, che prevedono un solo passaggio. Dopo averlo filtrato l'ultima volta, conservare in bottiglie di vetro scuro e al riparo dalla
luce. E’ talmente concentrato che dovrete usarlo a gocce.
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