Quasi tutti conoscono e apprezzano questa pianta.
In
realtà il tempo delle ortiche sarebbe cominciato all'inizio della
primavera...se ne avessimo avuta una. L'estate 2015/2016 ha
conosciuto qualche lieve battuta di arresto ed è finalmente finita
qualche settimana fa, ma non disperiamo: la nuova estate 2016/2017 è
già alle porte e probabilmente pronta a ripartire già dalla
prossima settimana. Chissà se e quando finirà. Forse il grill
resterà acceso 12 mesi l'anno.
Considerazioni
disperate a parte, il periodo di raccolta dell'ortica può durare
anche fino ad agosto e oltre se si ha cura di staccare esclusivamente
le sommità fiorite e le foglie, senza però toccare la parte
legnosa. La piantina continuerà a ricrescere per tutta la stagione
dandoci l'opportunità di approfittarne ed eventualmente essiccarla
per poterla utilizzare nelle preparazioni più svariate. Per uso
erboristico sarebbe meglio cogliere le foglie entro giugno, prima
della fioritura, mentre in cucina possiamo spadellarle per tutta
l'estate e anche oltre. Una delle piante più versatili mai
conosciute. E anche parecchio aggressiva, all'apparenza.
Le
sue armi sono quei peli fitti e sottili dalla forma tubolare che
ricoprono le foglie e che sono composti da acido silicico. Se
disgraziatamente toccati, si spezzano facilmente come un ago di vetro
e iniettano acido formico e istamina al malcapitato di turno.
L'effetto in genere è molto irritante, praticamente come una piccola
ustione. La zona diventa velocemente rossa e si formano delle piccole
vesciche che però tendono ad assorbirsi altrettanto rapidamente. Per
lenire il bruciore si può applicare del gel di aloe o una goccia di
olio essenziale di lavanda (pura o mischiata al gel di aloe stesso).
Infatti, il nome Ortica deriverebbe dal latino urere, cioè bruciare.
Ma una volta seccata, spadellata o bollita i suoi aculei vetrificati
diventano innocui.
In
un trattato erboristico del 1940, un medico definì l'ortica come "un
uomo burbero ma di molto buon cuore".
Una
piccola ulteriore precauzione: prima di essiccarla, sarebbe meglio
stenderla su un telo e privarla dei suoi sicuramente numerosi
amichetti che abitano le sue foglie: sarà agguerrita con chi cerca
di coglierla ma è sicuramente molto ospitale con insetti come
formiche, mosche di varie dimensioni e altro. Infatti pare abbia un
ottimo rapporto con il mondo animale: il suo apparato radicale
"lavora" il terreno e lo rende appetibile, scuro e ricco di
humus, attirando altri animaletti sottoterra, viscidi ma
indispensabili: i lombrichi. Insomma, coglietela e dategli una bella
ripulita, sotto e sopra :)
Per
finire, non è che sia propriamente invitante neanche alla vista: le
foglie sono dentellate e verde scuro, le infiorescenze non sono
particolarmente belle e neanche profumate. Una piantina
sostanzialmente anonima, di quelle che non esiteremmo ad estirpare o
a tranciare di netto catalogandola come "erbaccia".
Sono sempre le migliori. Non
ho nulla contro i fiori coltivati, blasonati e super appariscenti, ma
spesso sono solo ornamentali. I fiori di campo spontanei invece
celano una dispensa e una farmacia, oltre ad essere un regalo che gli
occhi non si stancano mai di guardare. I prati di maggio sono rossi
di papaveri, gialli di tarassaco, indaco di borragine e celesti di
cicoria, tanto per dirne alcune. E ognuna di queste piante merita un
trattato a sé. Glielo dedicheremo senz'altro.
Tornando
all'erbaccia di oggi, punge e come se non bastasse predilige luoghi
incolti e abbandonati per crescere, tanto da incoraggiare detti come
“ci crescono le ortiche”; per i religiosi che rinunciavano alla
fede si diceva “hanno gettato il saio alle ortiche”, nel senso
che lo hanno abbandonato fuori mano. Di una persona si dice che
“punge come l'ortica”. Persino alcune meduse sono state chiamate
“ortiche di mare”. Non poteva avere una buona fama.
Tra
i luoghi incolti e abbandonati di cui sopra, l'ortica predilige i
letamai, rotaie di treni in disuso e reti metalliche: è attratta dal
ferro e dai metalli in generale e anche da luoghi in cui si accumula
dell'azoto. Poi li restituisce in forma assimilabile: l'ortica
infatti è considerata una delle migliori piante remineralizzanti in
circolazione, quindi ottima per chiunque abbia bisogno di fare il
pieno di ferro, zolfo, calcio e potassio.
Inutile
ricordare che per letamaio si intende anche uno scarico fognario,
quindi sarebbe buona regola fare attenzione a dove si coglie l'ortica
destinata ad uso erboristico o alimentare. O a qualunque altro uso
umano. Fogne a parte, occorrerebbe evitare i terreni potenzialmente
inquinati, ad esempio le aree o ex aree industriali e naturalmente le
ortiche che crescono ai margini delle strade trafficate, ben pasciute
e ricche di gas di scarico.
Sarà
per questo che l'unica pianta che si vede lungo le autostrade
italiane è il pericolosissimo e mortale oleandro. Nessuno cadrebbe
in tentazione di coglierlo.
L'ortica
è una delle piante che aiuta a regolarizzare il ciclo mestruale ed è
utile anche in menopausa come fonte di calcio. In più, cosa che non
guasta in entrambi i casi, è un tonico per il sistema nervoso.
Ha
un forte legame con l'elemento sangue nell'uomo: è emostatica,
ovvero arresta le emorragie, infatti in caso di sanguinamenti nasali
basterà introdurre nella narice un tampone imbevuto di succo di
ortica. Funziona anche per le ferite. Ovviamente, in caso abbiate
ricevuto un'accettata da un serial killer sarebbe meglio farsi vedere
da un medico.
Inoltre
le foglie contengono clorofilla in abbondanza, il colorante verde del
mondo vegetale, la cui composizione chimica è molto simile a quella
dell'emoglobina che tinge di rosso il nostro sangue. Per terminare la
panoramica splatter, i preparati a base di ortica favoriscono la
produzione di ferritina, la proteina responsabile dell'assorbimento
del ferro e stimolano l'assorbimento di altre sostanze fondamentali
per il nostro sangue. Utile in caso di anemia o di suzione vampirica
:)
Non
è un caso che questo vegetale pungente inizi a produrre i suoi
principi attivi proprio in primavera: oltre a stimolare il
metabolismo, la sua caratteristica principale infatti è quella di
attivare nel corpo una potente forma di depurazione dopo i probabili
eccessi alimentari invernali. Chi non ha esagerato con fritti
bisunti, torte al triplo cioccolato e doppia razione di zucchero nel
cappuccino, scagli la prima pietra...:) O forse no. In effetti questo
ultimo inverno estivo ha lasciato poco spazio alle calorie
alimentari, troppo caldo anche per una cioccolata tiepida davanti a
un caminetto spento.
Comunque,
eccessi o meno, l'ortica è un ottimo depurativo anche della pelle:
eczemi, acne e dermatosi in generale spesso sono il risultato di
disordini alimentari o di un malfunzionamento dei meccanismi di
eliminazione delle tossine. Se assumete l'infuso prendetene almeno 3
tazze al giorno, di cui la prima al mattino a digiuno. Una tazza al
giorno è sempre meglio che niente, ma le tisane per funzionare bene
hanno bisogno di assunzioni decise. Ha un buon sapore e sarebbe
meglio lasciarla al naturale ma se proprio volete dolcificarla, la
stevia andrà benissimo.
Gli
estratti di ortica, fresca, secca o in tintura madre, hanno inoltre
effetti benefici sulle ossa: sono efficaci in patologie come l'artrosi e l'artrite, migliorano la mobilità delle articolazioni e
leniscono i dolori dovuti all'infiammazione. Ha effetto diuretico e
la sua assunzione rinforza anche unghie e capelli per il contenuto di
rame e zinco.
Meno
noti sono gli effetti del decotto su tosse e catarro, pare sia un
vero toccasana. Un tempo si facevano anche bollire le sue radici nel
latte che poi si beveva contro i calcoli biliari, che pare venissero
sciolti e "portati fuori dal corpo insieme con altre impurità".
In tempi ancora più remoti si decantavano le sue virtù come
afrodisiaco, gli scritti di Plinio descrivono come si sfregassero con
l'ortica i genitali dei quadrupedi restii ad accoppiarsi. Forse non
era esattamente il fuoco della passione quello che provocavano...
Una
pratica antica e in uso ancora oggi è quella dell'"urticazione",
che consiste nel percuotere la parte malata con un piccolo fascio di
ortiche fresche; queste "frustate" che mettono a contatto i
peli irritanti dell'ortica con ad esempio un'articolazione
infiammata, producono un effetto chiamato "revulsivo", per
il quale il sangue viene attratto in superficie decongestionando così
i tessuti interni e apportando un deciso sollievo. Ottima pratica per
dolori sciatici, reumatici e gottosi. Si utilizzava anche nelle
paralisi e nei colpi apoplettici.
L'ho
vista fare una volta quando ancora non credevo, anzi quando non avevo
proprio la minima idea di cosa fosse la medicina popolare e la
saggezza che si portava dietro. Per me era solo un povero cristiano
picchiato con una pianta "velenosa" che tutti noi evitavamo
come la peste durante le passeggiate nei campi. Il famoso abate
Kneipp disse in proposito: "Alla paura della verga insolita
succederà grande contentezza che il male sia cessato".
Quando il povero cristiano infatti ha detto tra lo stupore generale
che si sentiva meglio, la mia mente e credo quella degli altri
presenti lo ha accettato così, come se niente fosse, senza porsi
domande e senza pensare allo scetticismo di pochi minuti prima. Ho
semplicemente archiviato la cosa e pensato subito ad altro. Sono
incredibili i meccanismi di rimozione della mente umana davanti a
qualcosa che non sa spiegarsi.
Ma
in fondo basta un'occhiata ai meccanismi della politica mondiale o
più in piccolo, a Montecitorio: nessuno sa realmente cosa facciano e
con quale criterio prendano decisioni sulla nostra testa, ma ci va
bene così. Abbiamo altro a cui pensare.
Torniamo
all'ortica, anche se questo argomento irrita e prude come i suoi
peli.
Altri
usi esterni della nostra tenera piantina sono legate ai capelli. Le
sue virtù astringenti la rendono preziosa per diversi problemi;
estratti di ortica in alcol o aceto e il decotto concentrato di
radici, sono rimedi ancora oggi in uso e di fama comprovata contro la
caduta, la forfora e i capelli grassi e opachi. Una lozione utile si
prepara con 60 gr di radice essiccata e 60 gr di origano (sempre
secco) messi a macerare per un mese in un litro di acquavite.
Trascorso questo tempo, si possono cominciare ad effettuare delle
frizioni quotidiane con 10/15 gocce sul cuoio capelluto per
contrastare la caduta.
Chi
si occupa di agricoltura e giardinaggio con metodi biologici e
biodinamici conosce anche troppo bene le qualità dell'ortica. Il suo
macerato viene utilizzato in due modi: come concime e come
antiparassitario. Per concimare le piante, si prende un Kg di ortica
(tutta la pianta: steli, foglie e radici) e la si ricopre con circa
10 litri di acqua; si mette una rete a protezione e si lascia
macerare per 10 giorni, avendo cura di mescolare una volta al giorno.
Trascorso questo tempo, si filtra e si utilizza diluendone un litro
in 10 litri di acqua. Se invece volete utilizzarlo per eliminare gli
afidi, non occorre aspettare i 10 giorni, ma 24 o al massimo 36 ore
per lasciare intatto l'acido formico dei peli che provvederà ad
allontanare gli afidi; in questo caso ne occorrerà un litro diluito
in 5 litri di acqua da spruzzare più volte sulle piante colpite.
Per
quanto riguarda i suoi usi in cucina non c'è che da guardarsi
intorno. Cresce praticamente ovunque e ogni regione d'Italia la
impiega a modo suo. Era utilizzata soprattutto nella cucina povera
per insaporire frittate e minestroni, in maremma ci si prepara uno
squisito risotto, ma la si può adoperare anche come ripieno per
pasta fresca insieme a patate lesse o ricotta, nell'impasto degli
gnocchi o delle fettuccine; le sue foglie sbollentate si potrebbero
utilizzare al posto delle foglie di verza e riempirle come involtini
di qualunque cosa. Ci si può aromatizzare anche il pane. La lista
potrebbe continuare all'infinito, basta assaggiarla, farsi ispirare e
lasciare la fantasia a briglia sciolta. Ha un sapore
sorprendentemente dolce e denso di sfumature che arricchirebbero
qualsiasi piatto. Infinitamente più saporita degli spinaci.
Personalmente alla lessatura preferisco le cotture veloci che non
privano quasi di nulla. Se la cuociamo direttamente in padella tutti
suoi nutrienti passeranno direttamente nel piatto. Se la lessiamo,
dovremmo bere soprattutto l'acqua di cottura, perché sarà tutto lì
dentro quello che ci serve.
Non
lascia a bocca asciutta neanche gli animali: la polvere di ortica
viene infatti mescolata ai mangimi per le galline per renderne più
sana e completa la dieta.
Come
se non bastasse, molto prima del cotone e del lino, la fibra di
ortica veniva utilizzata per produrre una tela verde praticamente
indistruttibile. Fino agli anni settanta/ottanta era molto usata in
Trentino e in Veneto, anche se realizzarla è molto impegnativo: da
cinque chili di ortica fresca si ottengono appena 20 grammi di
filato. Una maglia di ortica è un capo davvero prezioso: per
realizzarla, dalla raccolta delle piante al confezionamento, ci si
può impiegare anche un anno e mezzo. Ma il risultato è un capo
naturale, anallergico e con una caratteristica particolare: le fibre
di ortica possiedono una struttura cava che gli permette di
accumulare aria al loro interno creando una sorta di isolamento
termico naturale. Inoltre coltivare l'ortica non comporta l'uso di
pericolosi agenti chimici: queste piantine sono resistenti alle
malattie e alle piante infestanti...essendo loro stesse delle
infestanti!
Medicinale,
cosmetica, agricola, culinaria e anche indossabile.
Cosa
deve fare ancora questa povera ortica? Spazzarci pure i pavimenti?
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