Secondo
voi c'è qualcosa che non torna?
Io
invece mi chiedo come mai per questo modo di dire abbiano scelto
proprio l'unico agrume in grado di trasformare nel nostro corpo la
sua acidità in alcalinità. Semmai potremmo dire “sei acido come
un pompelmo”, o un arancio.
In
effetti il limone, prima di arrivare nello stomaco, risulta il più
acido in assoluto di tutti gli agrumi.
Per
questo quando vediamo una persona che non ci piace per niente abbiamo
in faccia la classica espressione di chi sembra “che abbia
affondato i denti in un limone”.
E'
da sempre sinonimo di acidità, sia di gusto che di carattere.
Diffuso
da secoli in Palestina e nelle Indie, il limone fu conosciuto in
Grecia e poi in Italia solo all'inizio dell'era cristiana. La
particolarità di questo grazioso e spinoso alberello è quella di
portare contemporaneamente fiori, frutti nascenti verdi e frutti
maturi di un bel giallo abbagliante.
La
capitale francese del limone è Mentone, perché una leggenda narra
che Eva, cacciata dal Paradiso, rubò un limone e con Adamo cercarono
un posto che ricordasse loro il Paradiso perduto, finché non videro
la baia di Garavan (a Mentone, appunto). Eva posò il limone in terra
e disse “Cresci e moltiplicati, o frutto del cielo, in questo
giardino degno di te”.
Non
so se è stata messa in giro dai francesi stessi, magari per
accaparrarsi una fetta di Paradiso :)
Fossi
stata Eva, avrei scelto qualcosa come Sorrento o giù di lì ;)
Un'antica
leggenda araba narra invece che alcuni malviventi condannati a morire
per mezzo di serpenti velenosi, sopravvissero grazie al fatto di aver
mangiato molti limoni poco prima dell'esecuzione della pena.
Il
Mattioli, nel 1500, lo raccomandava in sciroppo per spegnere i calori
della peste e del colera.
Un'usanza
funebre tedesca prevedeva di mettere nella mano del defunto un limone
puntellato da chiodi di garofano in forma di croce. Pare che questa
usanza risalisse ai tempi delle epidemie di peste, infatti il nostro
limone era considerato un preventivo delle malattie contagiose.
Il
prof. Giuseppe Antonelli pubblicò un interessantissimo libro nel
1941 “Piante che ridanno la salute” dove ho trovato
diverse informazioni preziose e curiose come, ad esempio, che si
utilizzava per sterilizzare le acque potabili quando si temeva
potessero contenere i bacilli del tifo: bastava spremerne il succo in
poca acqua e aspettare 10/12 minuti e i bacilli morivano. Anche i
vibrioni, causa del colera, risultavano morti in circa mezz'ora in
una limonata al 6% di acido citrico e il 5% di zucchero.
Il
professore riferisce addirittura di due medici che curavano la
difterite infantile con succo di limone diluito in un decotto di
mucillagini e di un altro medico, affetto da difterite egli stesso,
che per 14 ore fece gargarismi con il solo succo di limone, di cui
parte ne espelleva attraverso le narici e in parte ne faceva cadere
lungo la gola. Era talmente migliorato da considerarsi guarito.
Ripropose poi ai suoi pazienti questo metodo e ottenne sempre ottimi
risultati.
Il
prof. Antonelli ci tiene a precisare di aver riferito questi fatti
perché nelle campagne lontane dai centri abitati dove la difterite
imperversava senza pietà, era più facile trovare un limone che
andare in cerca del siero di Behring (cura della farmacopea ufficiale
per la difterite) nelle farmacie. Nei casi urgenti bisognava agire
rapidamente e il limone si è dimostrato un ottimo alleato.
Infine
egli raccomandava di non sostituire il limone con l'acido citrico
della farmacia, perché l'azione di questo frutto non è dovuta al
solo acido, ma al fitocomplesso nel suo insieme (e qui l'ho
adorato!), quindi a tutti gli altri elementi organici presenti nel
nostro utilissimo limone. Come a dire, la natura ha creato un insieme
perfetto e se cominci a separare gli elementi non funziona più come
prima.
Chiaramente,
come avverte il frontespizio del libro, si tratta di nozioni
risalenti agli anni '40, quindi da non intendersi come fonte di
consigli medici per l'autoprescrizione, sempre meglio consultare un
medico, eccetera.
Tornando
al limone, ricordiamoci comunque che stiamo parlando di una sostanza
inizialmente molto acida.
Infatti
per utilizzarlo ad esempio nella bocca (insieme al bicarbonato aiuta
a sbiancare i denti e a igienizzare il cavo orale) andrebbe sempre
diluito in acqua, possibilmente tiepida, per evitare che
l'aggressività iniziale dell'acido citrico a lungo andare corroda lo
smalto dei denti.
Va
assolutamente diluito in acqua tiepida anche e soprattutto per
l'ingestione.
L'acido
citrico presente nel limone una volta giunto a destinazione nello
stomaco, si ossida e si trasforma in carbonati e bicarbonati di
calcio, che aiuterebbero a mantenere l'alcalinità del sistema.
Il condizionale per ora è d'obbligo perché c'è in atto una
diatriba senza fine sulla quale torneremo la prossima volta. Una
pesante divergenza di opinioni non solo tra medici e naturopati, ma
anche tra medici e medici!
L''unica
vera controindicazione del limone è l'incapacità dell'organismo di
metabolizzare correttamente l'acido citrico e trasformarlo nei
carbonati e bicarbonati di cui sopra. Questo può avvenire per una
forte astenia cronica o per gravi compromissioni dell'apparato
digerente di varia natura, come ad esempio una gastrite o un'ulcera
peptica. Meglio evitare che dell'acido arrivi nello stomaco e ci
resti non essendo in grado di trasformarsi, aggravando una situazione
già complicata in partenza. Ma anche qui, i pareri divergono alla
grande. Per sicurezza, meglio evitare.
Il
limone in sostanza sembra essere una specie di sturalavandini,
sblocca gli ingorghi, risolve situazioni di stasi e quindi sembra
adatto a tutto ciò che è lento, pesante e obeso; una tipologia
“ipo”, per intenderci. Di contro, le persone esili, nervose,
super attive e che si affaticano facilmente (tipologia iper)
farebbero meglio a scegliersi un altro agrume. O comunque a farne un
uso limitato alla sola alimentazione e lasciar perdere le cure
intensive.
In
parole povere il limone alleggerisce la materia, conferisce un tocco
etereo e se sei già fin troppo etereo chiaramente non fa per te.
In
generale, anche per chi ne ha bisogno, è meglio evitarne l'abuso.
L'abuso trasforma una qualsiasi sostanza curativa in dannosa.
Anche
il Prof. Antonelli, di cui sopra, metteva in guardia già negli anni
'40 dall'abuso di limone perché produce eccessivo dimagrimento e
come l'aceto, distrugge i globuli rossi del sangue producendo anemia
con tutte le sue conseguenze. Inoltre, parliamo sempre di abuso,
arreca danni più o meno gravi anche ad uno stomaco sano.
All'inizio
dei miei studi sulle piante e sulle medicine naturali in generale,
c'erano dei paradossi che non riuscivo proprio ad accettare.
Ad
esempio, perché si dice che il limone aiuta le digestioni difficili
e poi si mettono tra le controindicazioni le compromissioni
dell'apparato digerente? Una digestione difficile non è già di per
sé una compromissione? Poi lentamente ho cominciato a intravedere
una seconda via. Una situazione eccessivamente compromessa non
trae alcun beneficio da un'azione, diciamo, troppo “diretta”
sulla patologia in sé, meglio lavorare sul terreno intorno,
cominciando a migliorare via via le funzionalità collaterali,
rinforzando magari qualche organo “amico” di quello
eccessivamente danneggiato.
E
non ultimo, ovviamente, lavorare sulle emozioni negative che si
trovano sempre a monte dello squilibrio.
Questa,
naturalmente, è un'idea che mi sono fatta, ma largo al concorso di
opinioni. Non c'è quasi nulla di sicuro al mondo. A parte la morte e
le tasse, ovvio.
Mi
sembra di aver solo scalfito la superficie dell'argomento, la
prossima volta andremo a fondo del meccanismo acido/basico,
cercheremo di capire se e come l'alimentazione, in particolare il nostro limone, influisca davvero e ci
concentreremo anche su qualche mediricetta succulenta a base
dell'acidissimo agrume :)
E
comunque sono tantissimi i medici che prescrivono diete per influire sul nostro sistema, più che altro
alcalinizzanti dato che ritmi di vita e alimentazioni strane
ci spingono inesorabilmente verso l'acidificazione. Anche le emozioni
che proviamo, aggiungerei. Già i nostri grovigli individuali sono
matasse da sbrogliare in una vita, se basta, in più la situazione
socio economica del momento non aiuta certo ad aprirsi a gioia,
fiducia, amore, leggerezza e a quant'altro serva a mantenerci sani.
Sembra che ansia, paura e rabbia ci facciano compagnia molto più
spesso di questi tempi. L'ansia di perdere il lavoro, la paura di non
farcela per il futuro e la rabbia di essere costretti a vivere tutto
questo sapendo che, oltretutto, in natura le risorse ci sarebbero per
tutti. Però qualcuno ha deciso che non è così e che dobbiamo
vivere nella paura.
I compromessi che
siamo disposti ad accettare per non perdere il lavoro ormai non hanno
più limiti. In questo caso il detto “essere spremuti come dei
limoni” calza a pennello.
Lasciamo perdere.
Altrimenti mi acidifico anche io.
Ci
vorrebbe una bella camomilla ora :)
Un
saluto e buona settimana, si spera finalmente fresca, a tutti!
Photo credit: Michael Stern / Foter / CC BY-SA
Photo credit: the great 8 / Foter / CC BY
Photo credit: DJ-Dwayne [Returning in 2015/16] / Foter / CC BY
Nessun commento:
Posta un commento